mercoledì 23 marzo 2011

L'ultimo uomo della mia Vita

Un sentito ringraziamento a Roberto Gugliotta, direttore della rivista on line IMGPress
che mi ha spinta a scrivere e pubblicare questo Articolo contro le discriminazioni sugli Omosessuali.
Invitandomi a parlare della mia esperienza:


L’ultimo uomo della mia Vita



Nonostante l’era, definita moderna, in cui viviamo troppo spesso ci troviamo a confrontarci con una realtà del tutto intollerante, ottusa e ancora estremamente conservatrice della società.
Nel caso specifico mi riferisco all’omosessualità, ancora tacciata da molti pregiudizi e paure.
Forse ancora indotti dalla campagna terroristica compiuta negli anni 80, con il boom dell’HIV che in realtà non trovò diffusione unicamente fra gli omosessuali, come viene spesso sottolineato ma si ha prova di casi risalenti agli anni 50 da parte di marinai rincasati dall’Africa.
Impossibile non citare l’influenza che esercita il Vaticano sulla nostra penisola, la religione cattolica segrega e umilia ogni approccio alla sessualità come atto impuro e osceno. Badando bene di tenere il più assoluto riserbo sui casi di omosessualità interna alle loro istituzioni.
Si ha come la sensazione che si cerchi di redimere un istinto naturale, insito nell’uomo che da un certo momento in poi della storia viene tacciato di immoralità. Non dimentichiamo le ormai famose terme greche e romane nelle quali gli incontri fra uomini erano frequenti, o ancor più elegante e attuale l’Amore Socratico o “Amore Vero”. Secondo il quale, Platone intende un Amore intellettuale, scevro dall’approccio meramente fisico, riversato nei confronti di un uomo talmente giovane da avere ancora fattezze androgine, da fanciulla.
Con questa premessa che segna la vita privata di chiunque desideri vivere la propria omosessualità liberamente, le difficoltà in famiglia e nella società che brama e ripudia al tempo stesso questo mondo, vorrei passare a parlare della mia storia.
Ho sempre fatto i conti con una presunta bisessualità sin dalla prima maturità sessuale, senza contare ricordi vaghi di “giochi” fanciulleschi con le amichette di forte rimando saffico…
Quando feci la mia prima esperienza fuori casa, in completa autonomia ospitata da una grande città, scoprii aspetti della mia sessualità che prima erano rimasti sopiti sotto una coltre di rispetto nei confronti della mia famiglia, vissuta sino ad allora in maniera totalmente inconscia. In un primo luogo mi resi conto di provare un’attrazione per le donne, questi esseri così delicati ed estremamente pericolosi, in grado di giocare le loro carte in maniera del tutto subdola e affascinante. Ci si trova a dover mettere in gioco non soltanto le classiche armi di seduzione ma anche l’astuzia, che un uomo (senza offesa) poco padroneggia. Ebbi qualche incontro sporadico, fatto di baci e carezze…sempre di breve durata che spesso sfociava in una tranquilla amicizia, esattamente come si era presentata. Il risultato era che mi mancava sempre qualcosa di non ben identificabile, non riuscivo a fidarmi e lasciarmi andare come avrei voluto. Fu così che mi ripromisi che non avrei mai fatto l’amore con una donna sino a che non me ne fossi innamorata; nella convinzione che solo così avrei avuto la piena coscienza della sincerità dell’attrazione che percepivo.
Nel frattempo continuavo a frequentare uomini che in verità non mi davano mai quello che cercavo, mi sentivo incompleta e mi facevo in quattro per capire dove sbagliassi o cosa potesse mancare a un rapporto che mi lasciava sempre con l’amaro in bocca.
Tornai a casa profondamente mutata, pur rimanendo la stessa…Mi feci ancora avvicinare da uomini che infine non giungevano mai a concludere nulla e io mi sentivo desiderosa di libertà, di un sentimento che non era più quello che avevo vissuto sino a quel momento; di una sessualità che mi faceva sentire sporca, usata, stanca.
Sinché un giorno, d’improvviso, arrivò Lei. La sintesi del mio piccolo universo, l’Anima che racchiudeva la risposta a domande ormai stremate. Fu come se tutto il mio disordine interiore si adunasse in un’ordinata sequenza.
Può sembrare assurdo ma in un istante ho capito che era tutto quello che mi mancava.
Mi è stato chiesto se date le mie pregresse esperienze, sia più bisessuale che lesbica e a queste persone rispondo semplicemente che poco importa se sia Uomo o Donna, quando ami una persona è quella e basta.
Il rapporto con le rispettive famiglie è ostico, personalmente non ho ancora trovato il coraggio di rivelare questo Amore, Lei invece essendo più grande ed avendo la sua indipendenza ha già superato il gradino, non senza difficoltà. Fuori casa invece tendo a farmi pochi problemi, non ho paura di vivere il mio essere: amici e conoscenti sanno già delle mie tendenze e non mi giudicano perché crescendo ho scelto di attorniarmi di persone valide, intelligenti ed aperte.
L’Amore, in qualsiasi sua forma rimane la più completa, splendida forma d’espressione. Unisce Mente e Cuore nell’eterna ricerca dell’illuminata completezza.


Mirva

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