sabato 20 aprile 2013

tanti papaveri rossi come il sangue inebriano







Ogni tanto mentre percorro le stesse strade di sempre, con quei paesaggi che non cambiano mai.... 
Penso che tu non ci sei più e che te ne sei andato in silenzio...
Apparentemente....Nulla è cambiato.
Ascolto questa melodia che è uscita dalle tue dita, le sento che pizzicano le corde di una chitarra acustica che sarà stata il tuo Amore dall'inizio alla fine dei tuoi respiri.
Queste note dolci, malinconiche raccontano senza voce... non sapevo niente di te, eppure queste semplici strofe mi fanno respirare i tuoi Segreti per la durata di qualche minuto. 
La immagino prendere forma nella tua mente, spinta chissà da quali pensieri, emozioni... Amori . 
Che ormai sono Segreti.
Ogni parola che non diciamo è un Segreto, un Segreto che si perde con la nostra essenza quando ci spegniamo. 


Non desidero averne, temo che poi diventino rimpianti. 
Ecco perchè sono scomoda.

Ecco perchè quando cammino da sola per le strade, o cerco i miei angoli nei locali pubblici, mi concedo di osservare tutto quello che passa....
Tutto quello che si vede e non.... in genere quello che vediamo non è mai ciò che guardiamo.

Allora quel giorno il tuo Caffè al bar può essere più amaro o più dolce e un sorriso può cambiarti la giornata.

Una volta una persona molto speciale mi disse "Vestiti di Seta, è un tessuto pregiato, come la tua Anima, ed è Impermeabile e resistente.... Così che l'acqua che le cadrà sopra scivolerà via senza lasciare macchie" .
A volte mi chiedo se la mia Seta si sia macchiata o sia rimasta ancora intatta sotto la Vita che le scorre addosso....
E se dovessi sparire domani che traccia avrei lasciato del mio cammino...? Dentro me stessa e nelle persone che amo?.  Ho solo preso o sono stata capace anche di dare ? .

Non ci pensiamo mai ma il tempo scorre via e noi ne perdiamo tanto in futilità.
In blocchi stupidi, in offese inesistenti, in capricci che non siamo in grado di comprendere....

Quando ci rendiamo conto che la solitudine è tutto quello che ci rimane e la desideriamo perfino, impariamo ad amare la nostra malinconia e diventa lei la compagna che ci tiene per mano quando meno ce lo aspettiamo.
Quando succede qualcosa di bello e non hai nessuno a cui dirlo. Cosi ti ritrovi ad urlare da solo in macchina e ti senti felice da morire, sino a che non ti rendi conto che quella felicità da sola è meno bella e più la osservi più diventa piccola, sino a che non scompare, esattamente come era comparsa, sotto il cielo che ti guarda dall'alto.

Eppure tu da solo sei tutto il tuo mondo, uscirne, rompere le pareti di cristallo del castello incantato che ti sei costruito, diventa sempre più difficile... 
Fino a che un bel giorno ti rendi conto che non sei mai stato tu a chiudere il mondo fuori e che può entrare quando vuole se solo dimostra di saperlo fare... Di meritare di entrare.

Infine ti guardi allo specchio, guardi quei grandi occhi verdi riflessi che ti osservano di rimando... profondi e critici, acuti e velati di malinconia, freddi e indagatori ma guarniti dalla scintilla dell'inconsuetudine, della perversione, perchè sai dove trovare quello sguardo quando lo cerchi....non si nasconde mai troppo lontano. 
Sei il tuo più Grande Critico e la tua più devota Amante. 

Arrivi a punirti da sola, in silenzio, ma sotto lo sguardo attonito di tutti quelli che sanno o che vogliono osservare.
Tutto quello che conta, tutto quello che voglio è che non perdano la scintilla di vita che vi vedo ardere in fondo, nel nero della pupilla dilatata dall'attenzione che si sta dedicando.

Quando mi osservo così, capisco da me perchè molti mi ritengono scomoda.... ma molti non sono tutti e a me interessa quel poco che basta (che invero non è mai poco) per illuminare il mio piccolo castello .







domenica 6 gennaio 2013

Fino a che il respiro non torna regolare e il cuore a battere al ritmo della Terra.






Ed eccomi qui, in mezzo a vestiti , ciaffini e scarpe da infilare in valigia :
voglia zero ! Questa consapevolezza mi colpisce profondamente.
 Non me ne voglio andare ? ma faccio sul serio ? . Essì… faccio sul serio.
Il profumo di questa terra mi mancherà come non mi è mai mancato prima… e per il semplicissimo motivo che mi sono resa conto di amarla. Di sentirmi a Casa, di sentire miei i boschi, il dolce scrociare del fiume sotto la finestra, la parete rocciosa e scura che mi si staglia di fronte tutte le mattine quando guardo fuori…
Le montagne che ogni giorno ti abbracciano nel loro immenso grembo verde … Giganti rocciosi, custodi delle tue giornate e del cielo più blu che abbia avuto modo di vedere .
E’ così semplice che ti toglie il fiato questa immensa consapevolezza che ti avvolge come una calda coperta: la sensazione di non avere più bisogno d’altro…
Mentre impacchetto le mie cose e le impilo ordinate in valigia, noto il mio riflesso allo specchio: sono mezza svestita, pantaloni morbidi leopardati color grigio da casa e intimo viola…
Sono ingrassata: mi osservo attentamente… la pancia morbida, i fianchi burrosi, la vita sottile e più seno di quanto ricordassi… sinceramente ? non me ne importa un bel niente. Sono bella … e mentre mi accarezzo la pancia immagino l’amore di un amante – l’ennesimo riflesso di me stessa –  che mi bacia la pancia dolcemente e che ama ogni fibra del mio essere al punto da rendere tutto bello come non è mai stato… ancora di più dove non ne sono capace da sola ….
Ho voglia di tatuarmi .
Ho voglia di fare l’amore con me stessa.
Mi sento di nuovo, la mia pelle –il mio templio-  è tornato custode della Mia Anima.
Vi potrà sembrare egocentrico, chi mi conosce sa benissimo come vedo le cose e come vivo … se non siete fra questi (ed in effetti non è impresa difficile dato che sono pochissime persone) sono certa il significato di questo testo non vi sarà di facile comprensione e vi apparirò come la più squallida, megalomane, egocentrica con smanie newage che vi sia mai capitato di incrociare ….
Un fondo di verità potrebbe anche esserci  . Tutto sommato sono invasata dai più curiosi concetti spirituali.
Parte una musica che sa di terra (ho sempre amato le sonorità degli indiani d’America) dal pc, poggiato su un cassone alle mie spalle, che sta ripassando la sua track list pigramente da quando ho iniziato a mettere via le mie cose….
Chiudo gli occhi, mi faccio in mezzo alla stanza, mi si para dinnanzi l’illusione di un bosco immerso nella notte, talmente vivido da poterne perfino sentire l’ odore nelle narici… inizio a saltellare a ritmo del flauto e dei tamburi, apro le braccia e immagino lunghe frange di pelle che vi discendono carezzando i fianchi e il tepore del fuoco … Lascio che mi attraversi l’emozione delle conoscenze antiche e profonde di questo popolo  e il ricordo mi porta a non molti anni fa, quando vidi un corvo volarmi incontro nel parcheggio di un supermercato mentre un indiano suonava…..
Lui mi guardò, quando gli passai vicino, due pozze profonde come la terra mi penetrarono : aveva Capito, aveva Visto quello che nessun’altro aveva potuto Vedere.
Mi inarco come un aquila in volo, e continuo a saltellare , a giocare coi piedi mimando i passi che ho visto solo nei film o nelle loro esibizioni nelle piazze….
Continuo, ancora e ancora fino a che sfinita e col cuore in gola mi lascio cadere sul letto…. Fino a che il respiro non torna regolare e il cuore a battere al ritmo della Terra.