giovedì 16 giugno 2011

La Casa Dell'Incesto (Anaïs Nin)



Persino la mia voce proviene da altri mondi.
Sono stata imbalsamata nelle mie segrete vertigini.
Sono stata sospesa sopra il mondo a guardare quale strada avrei potuto tracciare senza calpestare argilla e erba.
Il mio passo era attento, persino il crepitio della ghiaia poteva interrompere il mio andare.

Quanto ti ho vista, Sabina, ho scelto il mio corpo.

Lascerò che tu mi porti nella fecondità della distruzione.
Scelsi un corpo allora, un viso, una voce.
Io divento te. E tu diventi me.
Metti a tacere lo straordinario corso del tuo corpo e potrai vedere in me, intatte, le tue paure, le tue pene.
Potrai vedere l'amore ch era stato escluso dalle passioni che destava e io potrò vedere le passioni escluse dall'amore.
Interrompi per un attimo il tuo deviare violento. Allenta la furiosa indomabile tensione.

Prenderò tutto su di me.

Nè il mondo nè il sole possono mostrare allo stesso tempo le loro due facce.

Così adesso siamo inestricabilmente allacciate. Ho messo insieme tutti i frammenti.
Te li restituisco. Sei corsa come il vento, ti sei sparpagliata e disciolta.
Io ti sono corsa dietro come la tua ombra raccogliendo quello che avevi sparso in capaci forzieri


-Anaïs Nin-



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